Biografia

Suor MARIA FELICITA BASEGGIO - Agostiniana (1752 - 1829)

Suor Baseggio e Bambino Gesù - Disegno di M. Barberis

Suor M. Felicita Baseggio e il Bambino Gesù. (Disegno di M. Barberis)

Anna Baseggio, figlia di Giuseppe e Felicita Cadini, nacque il 5 Maggio 1752 a Ferrara dove il padre, abile scultore in legno, si era trasferito a motivo del suo lavoro. Il giorno successivo la neonata fu battezzata nella Cattedrale di San Giorgio.

Tornata la famiglia a vivere a Rovigo, Anna, all'età di dodici anni fu affidata allo zio Massimino Baseggio, apprezzato pittore, perché imparasse l'arte della doratura. Durante questo secondo soggiorno ferrarese la giovinetta incontrò Padre Maurelio Scudellari, Abate di Santa Francesca Romana il quale, scorgendo in Anna delle virtù singolari, la istruì nelle verità della Fede e la preparò alla Prima Comunione.

Non tardarono a manifestarsi i frutti di questo incontro: ritornata a Rovigo, nel Duomo cittadino, a quattordici anni, col permesso del confessore, Anna consacrò a Dio con voto perpetuo e irremovibile, la sua verginità. Mentre la sua unione con Dio si faceva ogni giorno sempre più stretta, nel cuore di Anna maturava il desiderio di farsi religiosa; aspirazione alla quale si opponevano, tanto tenacemente da coinvolgere il vescovo, i familiari.

A mettere alla prova la costanza della Baseggio si accanì anche il diavolo che la tormentava con spaventose suggestioni. Va ricordato quanto accadde mentre dorava il baldacchino per l'altare maggiore della Chiesa parrocchiale di Fratta Polesine, scolpito dal fratello Sante. Un mattino Anna si accorse che il lavoro, quasi ultimato, era stato guastato; Sante si infuriò con la sorella la quale, lo esortò a tranquillizzarsi e recatasi alla S. Messa chiese a Dio la grazia di riavere intatta l'opera. Tornata a casa, trovò il baldacchino perfetto.

A renderla più simile a Cristo, sofferente per la salvezza delle anime, le si manifestarono sul petto cinque segni disposti a modo di croce: cinque misteriose piaghe che si aprirono e impressero altrettante bolle di vivo sangue nel lino postovi sopra. Questo prezioso lino è stato raccolto e ci è pervenuto con la testimonianza di persone degne di fede.

Casa al Castello

Casa al Castello dove, nel 1829, morì suor Baseggio

Nel 1783 Anna entrò nell'Ordine delle Terziarie Francescane di Rovigo e l'8 Novembre 1784 vestì l'abito religioso prendendo i nomi di suor M. Felicita Fortunata. Di questo periodo si ricordano due episodi riguardanti la provvista di grano annuale per il sostentamento della comunità e gli avvenimenti che di lì a poco avrebbero sconvolto l'Europa. Il grano che la superiora aveva acquistato si era guastato e le suore la incolpavano del danno. Alla Baseggio che le invitava ad avere fiducia nella Provvidenza la Priora un giorno impose, in virtù di santa obbedienza, di chiedere a Dio la soluzione della difficoltà. Obbediente la suora si impegnò nella preghiera. Dopo qualche tempo una miriade di farfalle invase la sua cella, un sopralluogo della Priora trovò il grano perfettamente risanato. Il secondo episodio avvenne durante una notte di veglia e di preghiera: alla religiosa furono anticipati i grandi cambiamenti europei: la rivoluzione francese, la fine della Repubblica di Venezia, le grandi sofferenze dei popoli e della Chiesa causate dall'"Orgoglioso Corso" Napoleone. Di questa profezia si conserva la scrittura originale fatta dalla Baseggio.

Dopo la soppressione delle Terziarie Francescane nel 1805. suor Felicita fu accolta tra le Eremitane di Sant'Agostino e, nel Monastero della SS. Trinità, il 18 Luglio 1806, la monaca emise i voti solenni. Le Agostiniane conoscevano bene la Baseggio, tuttavia i Superiori le proibirono di ricevere corrispondenza e di andare in parlatorio. Di fronte a tale ordine ella china il capo e, fedele alla scelta di vita, dimostra che l'obbedienza è la via ordinaria, ma reale, per la santità e che da sicurezza all'anima.

Nonostante la vita ritirata e silenziosa della clausura la suora è guida a spiriti smarriti, consiglia i dubbiosi, conforta i sofferenti, compone dissidi familiari e, quando la preghiera non basta, aggiunge il digiuno, le penitenze corporali per ottenere la grazia divina e il perdono.

Anche durante la permanenza nel Monastero Agostiniano la Baseggio visse avvenimenti straordinari. Il più noto riguarda la richiesta di preghiere per una famiglia in crisi giuntale da un religioso bolognese. Ella durante la preghiera notturna si trovò in Bologna, in una casa nel momento in cui un uomo, accecato dalla gelosia, stava per uccidere la moglie. Suor Baseggio gli fermò la mano, lo rassicurò dell'onestà della donna e disparve. L'uomo, riconciliatosi con la moglie venne poi, segretamente, a Rovigo e riconobbe in suor Felicita, che mai aveva lasciato la sua cella, la suora apparsagli in quella tragica notte.

Monastero Rovigo

Monastero Ancelle della SS. Trinità, in Via Felicita Baseggio 8, a Rovigo, dove si trova la tomba della Serva di Dio Suor M. Felicita Baseggio

Soppresse anche le Agostiniane, nel 1810, Suor Baseggio deve rinunciare definitivamente alla vita claustrale e vivere come fosse una laica. Ella deve cambiare domicilio, ma non cambia la sua determinazione di essere monaca. Ritorna forzatamente nel mondo che aveva abbandonato, ma nella sua stanza trova egualmente il ritiro dal secolo, la solitudine del cuore. Accetta serenamente questa radicale spoliazione di se stessa, delle intime aspirazioni, e viene ancor più assimilata a Gesù spogliato, a Gesù crocifisso. Continua a condurre una vita riservatissima - dalla casa alla Chiesa -, ma se la carità lo richiede M. Felicita è disponibile per tutti, a tutte le ore, lasciando senza esitazione quelli che ella considera i doveri del suo stato di religiosa. Si legge che il cappellano del Carcere, respinto brutalmente da un condannato alla pena capitale di nome Gheba, chiese a Maria Felicita di pregare per la sua anima. Poco prima di morire il condannato si convertì e morì in grazia di Dio. Nella sua vita di preghiera, di sacrificio, di fedeltà all'impegno preso con la vocazione, costantemente e umilmente tesa alla accettazione gioiosa del misterioso disegno divino su ciascun individuo, coltiva una delicatissima devozione a Maria Santissima. Suor Baseggio teneva presso di sè una immagine della Madre di Dio adorante Gesù Bambino davanti alla quale ardeva una lampada alimentata con olio offerto dai fedeli in ringraziamento delle grazie ottenute per intercessione della suora.

Suor Baseggio morì a Rovigo l'11 Febbraio 1829 e a questa sua venerata figlia la città tributò onori e affetto in occasione del solenne funerale. La salma, tumulata prima nel cimitero comunale riposa, dal 1955, nella Cappella del Monastero della SS. Trinità in Rovigo. Durante la cerimonia di traslazione dei resti mortali della religiosa, il vescovo mons. Guido M. Mazzocco disse, fra l'altro: "La memoria della santa suora non è mai stata dimenticata. Ripeto: la constatazione è chiara. E' la virtù, è la santità che sopravvive. Dall'alto del cielo colei che ha sparso il profumo delle sue virtù voglia continuare a benedire il suo popolo e ottenere per tutti grazie, conforti, misericordia".

L'inchiesta diocesana per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio, aperta il 30 Maggio 1995 dal vescovo Mons. Martino Gomiero, è stata chiusa il 17 marzo 2007 dall'attuale vescovo di Adria-Rovigo Mons. Lucio Soravito de Franceschi e tutta la documentazione è stata consegnata a Roma alla Congregazione per le Cause dei Santi.

2 Vescovi alla chiusura Causa Beatificazione

Il Vescovo di Adria-Rovigo, Mons. Lucio Soravito de Franceschi e il Vescovo Emerito Mons. Martino Gomiero, alla chiusura dell'Inchiesta Diocesana per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione, il giorno 17 Marzo 2007

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